Il settore calzaturiero italiano

Nell’anno della risalita dopo le pesanti flessioni indotte dalla pandemia, l’Italia si è confermata nel 2021 di gran lunga il primo produttore di calzature dell’Unione Europea (con 148,8 milioni di paia prodotte); è il tredicesimo per numero di paia nel mondo.
E’ l’ottavo Paese esportatore a livello mondiale in volume, ma il terzo in termini di valore (ed è tornata al secondo posto in valore, dietro alla Cina, con riferimento alle sole calzature con tomaio in pelle, scavalcando il Vietnam)  [dati 2021, WorldFootwearYearbook, edizione 2022].

E’ da sempre leader indiscusso tra i produttori di calzature di fascia alta e lusso, ad elevato contenuto moda.

Il settore calzaturiero italiano è uno dei pilastri del Sistema Moda.
Conta circa 4.000 aziende, oltre 70.000 addetti e un saldo commerciale da sempre attivo (5,15 miliardi di euro nel 2021).
Dopo il crollo del 2020, colpito dai mesi di lockdown e dalle restrizioni durante le due ondate pandemiche, il settore nel 2021 è ripartito, con un fisiologico rimbalzo nel secondo trimestre cui è seguito un recupero con intensità più contenuta. Il fatturato complessivo del comparto ha raggiunto i 12,7 miliardi di euro (era sceso a 10,7 miliardi nel 2020), ancora lontano però dai 14,3 miliardi del 2019.
I rincari delle materie prime e dei costi energetici costituiscono ostacoli alla ripartenza. Forte preoccupazione per gli effetti del conflitto tra Russia e Ucraina, esploso a fine febbraio 2022.

Il settore rappresenta una realtà di estrema rilevanza quali-quantitativa nell’economia italiana.
Il successo del comparto é collegato alla vivace iniziativa imprenditoriale ed alla tipica struttura del settore, che si pone in un contesto di “filiera” costituito da un sistema di sub-fornitura materie prime, concerie, componenti, accessori, produttori di macchine, modellisti e stilisti.

Ne deriva una concentrazione territoriale di aziende in aree organizzate in distretti, situati prevalentemente in 7 Regioni: Marche, Toscana, Veneto, Campania, Lombardia, Puglia ed Emilia Romagna, interessando ben 23 province.

La primaria posizione nei mercati internazionali dell’industria calzaturiera italiana é dovuta ad una forte capacità competitiva, basata sulle superiori caratteristiche qualitative del prodotto, sulla rilevante capacità innovativa nei procedimenti di fabbricazione tradizionali e capacità di lavorazione degli operai calzaturieri, supportate da scuole di formazione esistenti sul territorio, tecnologicamente e stilisticamente all’avanguardia.

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